FUMARE? MA!
Un rito che schiavizza
Ieri 4 settembre 2018, erano circa le 16, ero seduto su un masso di roccia di circa una tonnellata, dentro il parco dei lupi che si trova ad Entracque.
Mi stavo godendo l'ombra di un faggio e c'era una luce intensa di un sole rovente che planava lentamente verso ovest.
A dieci metri di fronte a me, dandomi una visuale di mezza spalla, seduto su una panchina di legno massiccio, con la schiena appoggiata all'asse del tavolo e la faccia rivolta al sole senza cappello, c'era un vecchio che ho stimato di 80 anni.
Era smilzo come un palo, sopracciglia bianche col pennacchio e lo sguardo lungo, con molta calma tirò fuori un sacchetto di nylon del volume di un gomitolo ci mise le mani dentro e cominciò a torcere qualcosa con le dita, il tutto procedeva con molta, molta flemma, intuii che stava iniziando un rito e mi concentrai a osservare.
Dopo un paio di minuti tirò fuori le mani dal sacchetto e come per magia apparve una sigaretta, ma sorpresa... era piccola poco più grande di un fiammifero di legno, lunga e perfettamente rotonda: dedussi che era un vero esperto di lunga data, vedevo la sua soddisfazione sul viso per ciò che avrebbe provato di li a poco.
Con il ‘cigarillo’ serrato fra le labbra sottili, cominciò a raccogliere tutti i pezzettini che erano schizzati sulle mani e sulla coscia, indice di scrupolosità ma anche di mezzi limitati.
Finito di raccogliere i pezzettini, con movimenti maniacali, chiuse il sacchetto del tabacco che potrebbe essere stato anche marijuana, e lo intascò.
Sempre con molta calma come un rito, estrasse l'accendino, lo protesse dalla leggera brezza, con le mani messe a coppa e si accinse ad accenderlo.
Il venticello da ovest gli spegneva la fiammella allora curvo con la testa abbassata (ritratta nelle spalle a mo’ di tartaruga) e la sigaretta dentro la coppa delle mani cominciò a roteare su sé stesso fino ad arrivare a fare un angolo di 180 gradi, il lato migliore per proteggere la fiammella.
Finalmente era arrivato al dunque; un sottile filo di fumo azzurro uscì dalle sue mani, lui alzò la testa e puff-puff cominciò la goduria per lui, e fumo passivo per me.
A questo punto non ho più immagini, mi sono distratto, mi alzai, e andai alla macchina, ma penso che cominciassi a sentire la pietra dove ero seduto troppo dura e fredda.
Il fumo, sia di tabacco o di marijuana sporca i polmoni e il cervello, in base al principio della purezza non è salute fumare, anche se per alcuni è un godimento è comunque richiesta la purezza.
"...purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito..." 2Corinti 7:11
Le soddisfazioni della vita non sono tali, se come effetto laterale ci fanno danno.
Etichette: SPIRALI DI FUMO, RICORDI DI UN TEMPO ANCHE MIO.
Vedi pure i miei libri su Amazon: ABRIGO Enzo libri.
Mi stavo godendo l'ombra di un faggio e c'era una luce intensa di un sole rovente che planava lentamente verso ovest.
A dieci metri di fronte a me, dandomi una visuale di mezza spalla, seduto su una panchina di legno massiccio, con la schiena appoggiata all'asse del tavolo e la faccia rivolta al sole senza cappello, c'era un vecchio che ho stimato di 80 anni.
Era smilzo come un palo, sopracciglia bianche col pennacchio e lo sguardo lungo, con molta calma tirò fuori un sacchetto di nylon del volume di un gomitolo ci mise le mani dentro e cominciò a torcere qualcosa con le dita, il tutto procedeva con molta, molta flemma, intuii che stava iniziando un rito e mi concentrai a osservare.
Dopo un paio di minuti tirò fuori le mani dal sacchetto e come per magia apparve una sigaretta, ma sorpresa... era piccola poco più grande di un fiammifero di legno, lunga e perfettamente rotonda: dedussi che era un vero esperto di lunga data, vedevo la sua soddisfazione sul viso per ciò che avrebbe provato di li a poco.
Con il ‘cigarillo’ serrato fra le labbra sottili, cominciò a raccogliere tutti i pezzettini che erano schizzati sulle mani e sulla coscia, indice di scrupolosità ma anche di mezzi limitati.
Finito di raccogliere i pezzettini, con movimenti maniacali, chiuse il sacchetto del tabacco che potrebbe essere stato anche marijuana, e lo intascò.
Sempre con molta calma come un rito, estrasse l'accendino, lo protesse dalla leggera brezza, con le mani messe a coppa e si accinse ad accenderlo.
Il venticello da ovest gli spegneva la fiammella allora curvo con la testa abbassata (ritratta nelle spalle a mo’ di tartaruga) e la sigaretta dentro la coppa delle mani cominciò a roteare su sé stesso fino ad arrivare a fare un angolo di 180 gradi, il lato migliore per proteggere la fiammella.
Finalmente era arrivato al dunque; un sottile filo di fumo azzurro uscì dalle sue mani, lui alzò la testa e puff-puff cominciò la goduria per lui, e fumo passivo per me.
A questo punto non ho più immagini, mi sono distratto, mi alzai, e andai alla macchina, ma penso che cominciassi a sentire la pietra dove ero seduto troppo dura e fredda.
Il fumo, sia di tabacco o di marijuana sporca i polmoni e il cervello, in base al principio della purezza non è salute fumare, anche se per alcuni è un godimento è comunque richiesta la purezza.
"...purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito..." 2Corinti 7:11
Le soddisfazioni della vita non sono tali, se come effetto laterale ci fanno danno.
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